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marsala una citta' unica al mondo.

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martedì 8 dicembre 2009

La via dell'arte a Marsala Porta Garibaldi, Piazza Loggia con il Palazzo VII Aprile e l Chiesa Madre, Museo degli Arazzi Fiamminghi.






Il nome attuale di Marsala deriva probabilmente dall'appellativo arabo Marsah el Ali, porto di Ali (o Allah), di Dio quindi, a testimonianza della sua importanza come citta di mare. Ed è proprio al suo porto che è legato uno degli avvenimenti piu significativi della sua storia: lo sbarco dei Mille in Sicilia, guidati da Garibaldi.
L'antica Porta Garibaldi immette nel centro storico, tra musei, palazzi spagnoli, chiese e opere d'arte.
Il cuore della citta pulsa intorno a Piazza della Repubblica (o Piazza Loggia), delimitata dalla Cattedrale e dal Palazzo VII Aprile, oggi sede del Consiglio Comunale, risalente al XVI secolo e cosi chiamato dopo il 1860, in memoria dell'insurrezione popolare contro i Borboni.
La Cattedrale (Chiesa Madre o "Madrice"), edificata in periodo normanno, ma rifatta nel '700, è dedicata a San Tommaso di Canterbury e custodisce numerose opere scultoree dei secoli XV e XVI e numerosi dipinti dei secoli XVII e XVIII, oltre ad un tesoro con oggetti in argento e oro non esposti al pubblico.
La chiesa ha un'imponente facciata in tufo arricchita da statue e sviluppata su due ordini: la parte inferiore è manieristico-barocca, la parte superiore è di epoca successiva.
L'interno è a pianta basilicale con transetto ed è diviso in tre navate da 16 colonne di marmo in cui sono conservate numerose opere dei Gagini tra cui spiccano una bella icona di Antonello Gagini e Berrettaro (abside sinistra) e, nel transetto destro, una delicata Madonna del Popolo, di Domenico Gagini (1490). Sopra quest'ultima, una bella tela rinascimentale di Antonello Riggio raffigura la Candelora (purificazione di Maria al Tempio).
In un edificio ottocentesco annesso alla Chiesa Madre e unico del suo genere in Sicilia, è ospitato il Museo degli Arazzi fiamminghi.
La collezione consta di Otto grandi arazzi fiamminghi, risalenti alla seconda meta del XVI secolo, donati dal re di Spagna Filippo II al marsalese Antonio Lombardo, vescovo di Messina. Gli arazzi raffigurano scene della guerra romano-giudaica (66-67 d.C.) combattuta da Vespasiano e dal figlio Tito per la conquista di Gerusalemme. La vivacita di colori e la ricchezza compositiva si estende, oltre che al soggetto centrale, anche agli alti bordi decorati da fiori, frutti e figure allegoriche. Particolarmente vivace il sesto arazzo che riproduce un momento di lotta comunicando un intenso senso del movimento. Strutture interessanti


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